La Casa è ubicata in una delle vie più centrali e storiche della città, precisamente al civico dodici della via Jacopo Menocchio (ex Contrada di San Bartolomeo), un passaggio conosciuto e noto soprattutto in relazione agli altri edifici, istituzioni ecclesiastiche e religiose operanti nel campo diocesano, presenti nella via.
Il Palazzo, d’origine cinquecentesca, si presenta con un impianto rettangolare a tre corpi di fabbrica attorno ad una corte quadrata pavimentata in ciottoli, definita da eleganti facciate con bugnato in cotto e sotto le quali corre un fregio dorico a triglifi e metope ed un secondo corpo che si estende sul giardino interno.
L’esterno presenta un fronte regolare, scandito da assi di finestra, disposti su due ordini che denunciano la divisione interna in due piani fuori terra più un piano sottotetto.
Dall’elegante portale con modanature dipinte, si accede tramite un androne, al cortile quindi ad un braccio di portico che interessa una piccola parte del corpo di fabbrica occidentale; esso è costituito da arcate a centro ribassato con volute in cotto, sopra eleganti colonne toscane in pietra. Dal braccio di portico si accede, mediante un’ampia scala in pietra, all’appartamento nobile e successivamente al piano sottotetto. La regolarità dei fronti è garantita dalla presenza di alcune finte finestre dalle quali s’intravede la superficie dipinta con tecnica a trompe l’oeil, rappresentante infissi dai vetri piombati, sotto strati di verniciatura più recente.
L’intervento di restauro architettonico ha interessato l’appartamento al piano nobile, la facciata sulla via Menocchio, il cortile interno e le facciate sul cortile, che ha riportato alla luce le antiche decorazioni a graffito e dipinti 700schi.